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Sugli insetti (Parte 1)
Gli insetti mi hanno sempre disgustato per la loro forma orribile, la loro tenacia e resistenza in condizioni impossibili, per il loro numero altissimo e per la paura delle loro punture, un piccolo morso che può mettere a repentaglio la nostra vita.
La paura degli insetti è un sentimento molto comune, tanto che sono stati girati moltissimi film dell’orrore con mostri a forma di insetto e anche nella letteratura classica gli esempi non mancano, come ‘La metamorfosi’ di Franz Kafka. Su questo sentimento diffuso si fanno anche un sacco di soldi, con prodotti insetticidi sia per uso casalingo sia su grande scala.
E’ vero che avevo comunque imparato a fare le debite distinzioni, ad esempio per le api, molto utili per l’impollinazione e grandi produttrici (a nostro favore) dell’ottimo miele, tanto da aver tenuto per qualche anno un paio di arnie e studiato il loro comportamento. Anche per le farfalle la cosa era diversa, essendo leggiadre, colorate e leggere; si poggiano sul dito del piede e ti fanno il solletico.
Ben differenti come considerazione sono invece sempre stati tutti gli altri insetti come i mosconi, le vespe, i calabroni, le blatte, le formiche, le cimici, le zanzare.
Qualche anno fa, in una libreria mi è capitato per caso sottomano un libro, tipo enciclopedia, sugli insetti. Aprendolo, mi hanno incuriosito alcuni particolari, notando che riuscivo a leggerli senza che provassi un sentimento di disgusto. Quindi ho deciso di acquistarlo.
Devo confessare che la lettura di questo libro è stata avvincente ed interessante più di quella di un libro giallo o sui misteri degli egizi. Questi piccoli esseri sono incredibilmente complessi, hanno una perfezione inimmaginabile fino nei particolari più microscopici. Un chip di un computer super-potente non è nulla rispetto ad una zampetta pelosa di una mosca o un’antenna di una farfalla. Pensate ai sensori di una zanzara, che riescono a sentire che c’è qualcuno che sta sudando a chilometri di distanza mentre mia moglie, che è già molto sensibile, si accorge che non mi sono cambiato la maglietta dopo i lavori nel giardino solo quando siamo seduti vicini sul divano.
Adesso ogni volta che vedo un moscerino delle dimensioni di un granello di sabbia mi chiedo come è possibile che voli, scappi, decida dove andare, senta gli odori, i sapori. Una meraviglia di perfezione, con quelle ali microscopiche che vibrano a migliaia di battiti al minuto usando come unico combustibile un po’di polpa di frutta invece di energia elettrica o derivati del petrolio.
Ecco, qui sta il problema: il moscerino mangia la mia frutta. Questo è effettivamente un po’fastidioso. Del resto sono fastidiosi anche i politici che si arricchiscono con i soldi versati in tasse, con la scusa di fare il bene comune, le persone che lasciano il pattume in giro o che semplicemente buttano il fazzoletto sporco sul marciapiede o il mozzicone dal finestrino dell’auto, i falsi avversari opinionisti dei talk show, molti degli automobilisti, quelli che fanno finta di non vederti per strada e tantissime altre categorie.
Quindi, ho scoperto che gli insetti mi danno pochissimo fastidio, anzi ho imparato ad accettarli, addirittura amarli; sono utili, essendo alla base della catena della vita, e fanno il loro mestiere veramente in modo egregio. Hanno tutto il mio rispetto.
Mi sembra di avere fatto un passo importante; adesso invece sto imparando ad accettare anche i politici, i sozzoni e i furbacchioni.
Con un po’di fiducia spero di riuscire in questa difficilissima impresa, diamo tempo al tempo…
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Abaut insects (Parte 2)
Quello che segue è un esperimento comunicativo, una traduzione ‘vocale’ in lingua inglese dello stesso testo, che potete usare per fare la vostra porca figura con un conoscente inglese anche senza sapere una parola in quella lingua.
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Ai ev biin oluais disgasted bai insects diù tu deir orribol scieip, deir tenaciti end strent in impossibol condiscions, for deir hai namber end for de fiar ov deir sting, a smol bait det ken endanger auar laifs.
De fiar ov insects is e veri common fiiling, so macc det meni orror film uid insect-scieped monsters ev bin meid end iven in classical lìterature no sciortage ov remarkabol exempols sacces ‘De metamorfosis’ bai Frank Kafka. Dis uaidspred sentiment is olso iused tu meik e lot ov monei, uid insectisaid prodacts bot for omm iuse or on e uaid skeil.
It is tru det ai lerned tu meik de nesessari distinscions, for exempol for de biis, veri iuseful for pollinascion end largg manufacturers (in aur favor) ov de eksellent onei, so es tu ev eld for fiu iars e capol ov aivs end stadied deir bievior. Iven for batterflais it uos different, biing graceful, colourful end lait; dei rest on ior too end maik iu ticol.
Macc different consideration ai olueis geiv tu ol ader insect es flais, uasps, ornets, biitols, ents, bags, moskitos.
Sam iars ago, in a laibrari ai eppened bai cians tu and e buk, enciclopedia laik, on insects. Opening it, sam ditails ev intrigued mi, noting det ai cud rid dem uidaut eving filing ov disgast. So ai dissaided tu bai it.
Ai mast confess det dis buk uos exaiting end intresting mor den e detective stori or on Egipscian misteris. Diis littol creaturs ar incredibli complex, ev en animaginabol perfekscion, daun tu microscopic ditails.
E cip ov e super-pauerful compiuter is nating comperd tu e eiri pau ov e flai or en antenna ov e batterflai. Letz consider de sensors ov e moskito, dei ken fiil det der is samuan uu is sueting in kilometres auei, uail mai uaif, uu is stil veri sensitive, realaizis det ai ev not cienged de sciert after ranning onli uen uì ar closely sitting on de sofa.
Nau, everi taim ai sii e moskito saizing laik e grein ov sand ai uonder aau hi cen flai, eskeip, desaid tu go, fiil de smels, de flavors. E uonder ov perfection, uid doos maicroscopic uings det vaibteit tausands ov biits per miniut iusing onli es e fiuel e bit ov fruit palp, instead ov electrisiti or petroleum energy.
Biold, iir is de problem: de gnat its mai fruit. Dis is idiid e bit annoying.
Eniau, annoying ar olso de potiticians hu enricc demselv uid de monei collected bai taxes uid de eschius ov duing de common interest, de pipol hu liiv deir tresh eraund or giast trou de derti andkercif on de said-uolk or de sigarett batt from de car uindou, de fals faiting commentators in de tolk shous, most ov de car draivers, doos hu pretend not siing iu uen uolkin end meni ader categoris.
So, et de end ai faund det de bags meik mi veri littol boder, indiid ai ev lorned tu assept dem, iven tu lov dem; dei ar iuseful, biing et de beis ov de laif cein end du deir giob diligently. Dei ev oll mai respect.
Ai siim tu ev teiken en important step; nau aim lernin tu assept, de politicians, de filti gais end de dodgers.
Uid e bit ov confidens ai oop tu ghet dis accivement. Giast ghiv taim tu taim…
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